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Il Rinascimento della sostenibilità

Il Rinascimento della sostenibilità

«Ti vedo assorta nei tuoi pensieri, Manuela… tutto bene?» «Oh, sì, scusatemi. Sai, mamma, attraversare la campagna toscana, le sue colline, vedere il risveglio della natura nella pienezza della primavera, mi fa pensare a quanto possa insegnarci la natura, che riposa e rinasce in una circolarità così perfetta.» «Già, la circolarità… lo sai che proprio a questo concetto si ispira l’idea dell’economia circolare, così importante per un futuro sostenibile?» «Economia circolare… sì, ne ho sentito parlare.» «E tra le attività che contribuiscono a fare di questa idea un modo concreto ed efficace di conciliare sviluppo e rispetto per l’ambiente c'è il corretto smaltimento e riutilizzo dei rifiuti organici. A pochi chilometri da Firenze, a Montespertoli, Alia Servizi Ambientali ha dato vita ad un impianto all’avanguardia per la digestione anaerobica dei rifiuti. Prima di arrivare in città potremmo fermarci a visitarlo, che ne dici?» «Molto volentieri, mamma!»

La passione della Famiglia Emme per la musica ha ispirato una gita a Firenze, per assistere a uno dei concerti del Festival del Maggio Musicale Fiorentino. Ma – chi li conosce lo sa – gli Emme amano lasciarsi attrarre dalle infinite suggestioni che la realtà che ci circonda offre a chi abbia la curiosità di osservarla, ascoltarla. Così, basta che Manuela condivida un pensiero in cui era assorta per aprire un nuovo sentiero, una deviazione bella e imprevista nel loro viaggio, suggerita da mamma Marianna.

«Oggi, abbiamo capito che la capacità di conoscere la Natura è innanzitutto una responsabilità che noi abbiamo su di essa. La creazione di impianto come quello, davvero all’avanguardia, di Montespertoli, va nella direzione di quella che chiamiamo transizione ecologica.»

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«Come sai, Manuela, il capoluogo Toscano è la culla del Rinascimento e dell’Umanesimo.» «Certo, la temperie culturale che ha contribuito in modo rivoluzionario allo sviluppo dell’arte e della scienza, tra la fine del Quattrocento e il Cinquecento. Ancora oggi, studiando architettura, mi rendo conto di quanto quell’eredità sia presente nel contemporaneo.» «Fai bene a sottolineare questo collegamento… stavo pensando proprio a questo: l’Umanesimo – lo dice la parola stessa – mise l’Uomo al centro, con il suo interesse per la scoperta delle leggi che regolano la Natura. Oggi, abbiamo capito che la capacità di conoscere la Natura è innanzitutto una responsabilità che noi abbiamo su di essa. Il progresso tecnologico ci mette di fronte all’alternativa tra il rischio di danneggiare l’ambiente e la possibilità di prendercene cura. Ecco, la creazione di impianto come quello, davvero all’avanguardia, di Montespertoli, va nella direzione della cura, del rispetto – di quella che chiamiamo transizione ecologica.»

«L’impianto di Alia Servizi Ambientali è perfettamente inserito nel contesto collinare che lo ospita. Comprende 4 biodigestori di ultima generazione e 2 aree per il trattamento degli scarti di prodotti, permettendo di lavorare 160.000 tonnellate di scarti organici e verdi per la produzione di 12 milioni di metri cubi di biometano al servizio della mobilità green e di 35.000 tonnellate di compost fertilizzante per l’agricoltura.»

«Come mette in pratica questa visione, nel concreto, l’impianto di Alia Servizi Ambientali?» «L’impianto per la digestione anaerobica dei rifiuti di Montespertoli si ispira ai principi dell’economia circolare, che punta a ridurre al minimo il consumo di risorse. Pensa che si sviluppa su 5 ettari di terreno ed è perfettamente inserito nel contesto collinare che lo ospita. Comprende ben 4 biodigestori dotati di tecnologia di ultima generazione e 2 aree per il pre e il post trattamento degli scarti di prodotti, permettendo di lavorare 160.000 tonnellate di scarti organici e verdi per la produzione di 12 milioni di metri cubi di biometano al servizio della mobilità green e di 35.000 tonnellate di compost fertilizzante per l’agricoltura.»

«Sono numeri davvero impressionanti, mamma!» «Eccoci arrivati, Manuela.» «Uauh! Non pensavo potesse essere così bello, oltre che efficiente.» «Bello, efficiente… e sua volta sostenibile.» «In che modo?» «Il progetto è stato curato in ogni aspetto per essere pienamente coerente con la mission dell’impianto, che funziona esso stesso con energia autoprodotta – anche grazie ai 4.500 metri quadri di pannelli fotovoltaici installati sull’edificio.» «Un perfetto esempio di come integrare architettura e paesaggio, mamma… si nota subito la straordinaria cura con cui è stata progettata l’architettura, degli edifici e del verde.» «Giusta osservazione, Manuela. La scelta dei materiali è in piena sintonia con l’ambiente circostante – basti pensare ai 30 km di doghe in legno usate per rivestire i vari edifici dell’impianto e ai 360 alberi, ai 250 arbusti e alle 1.500 piante officinali che abitano – è proprio il caso di dirlo – gli spazi esterni.»

«E quel bellissimo edificio, cosa ospita? «Gli uffici e la direzione. La sua estetica esprime perfettamente il carattere innovativo dell’impianto: il dialogo tra i listelli di legno e la lamiera dorata rappresenta in modo efficace l’idea di bellezza come integrazione della tecnologia nella natura che l’opera nel suo complesso – per ciò che fa e per come si presenta – porta avanti.» «Hai ragione, mamma, questo modo di progettare e costruire è davvero una sintesi di scienza e bellezza, ingegno umano e rispetto per la natura. Quell’armonia che la musica ci insegna ad apprezzare.» «A proposito di musica, direi che potremmo ripartire verso Firenze, che ne dite? Prima del concerto, abbiamo anche il tempo di fare una passeggiata… rinascimentale.» «Ottima idea!»

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